Pierleonida Cimolino, classe 1922, sposato con la signora Giuliana Zannier, dalla quale ha avuto due figlie. Non è semplice parlare dei ricordi con Pierleonida, perché nato e vissuto in una famiglia alpina provata dall'esperienza della prima guerra mondiale, e toccata dalla sofferenza della perdita degli zii alpini e dei padre alpino caduti in guerra. Pierleonida frequentò l'Accademia di Modena dopo essere stato con il Batt. Valle a Novomesto, Ckocevie e Lubiana. Nel maggio del 1943 uscì dall'Accademia di Modena con il grado di Sottotenente, quindi fu inviato alla Scuola di Applicazione di Aosta; da qui si trasferì 1’8 settembre a Stevenà di Caneva (PN) dal Generale Costantino Cavarzerani, di cui suo padre fu aiutante maggiore a Fiume nel 1919. A Caneva incontrò il Capitano Maser, medaglia d'oro degli alpini e il Maggiore Martelli, medaglia d'oro. Rimase a Caneva, nella zona del Cansiglio, fino all'aprile 1944 quando andò a casa di sua madre a Dignano unendosi ad un gruppo clandestino dell'alto Friuli con sede fra Buia, Martignacco e Mereto di Tomba, alle dipendenze del Capitano degli alpini Gallino. Nel settembre 1944 partecipò alle disavventure tra Pielungo, Vito d'Asio, Moruzzo, e altre località, stringendo un amichevole rapporto con il Comandante dell’Osoppo Candido Grassi, detto Verdi, con lord Nichelson dell’intelligence inglese, con Renato Del Din e con Piero Marzona fratello dell’attuale notaio di Spilimbergo. Inoltre, fece parte delle imprese di brigate osovane, fra cui la IV nel 19 aprile 1945, e dopo aver fatto un po' di prigionia, scese a Spilimbergo occupata dai tedeschi, comandata dal Capitano Nieman. Finita la guerra fu richiamato nel giugno del 1945 e inviato (non essendo ancora costituiti reparti alpini a Bolzano) al Batt. Trasporti comandato dal Maggiore Da Faro Quirini della Divisione Folgore. Con lo stesso reparto andò poi a Firenze e finalmente raggiunse Moggio Udinese nella Compagnia comandata dall'allora Capitano Moro, sotto l’egida dell'allora Colonnello Cagliano Scarpa, Comandante del rinnovato 8° alpini. Così Cimolino ci racconta: “erano tutti magnifici Ufficiali, ma il Colonnello Scarpa si elevava fra loro per la sua figura morale, mentale e organizzativa. Ho incontrato a quel tempo colleghi simpaticissimi e molto preparati, fra cui dell'armi Malisani (ho di lui molto rispetto poiché è morto per salvare tre alpini in un torrente in piena), Mistichelli De Jacutis il quale comandò successivamente la brigata Julia e numerosi altri amici”. Il nostro Cimolino fu poi inviato a Cuneo, a Tai di Cadore e infine a Tarvisio dove nel 1950 terminarono le sue vicende militari. Emigrò prima in Francia per un lungo periodo, rivisitando i luoghi di origine della nonna materna, poi si trasferì in Canada ed infine ritorno in Patria. Ora il nostro amico alpino si sente ammuffire negli anni e detesta la vecchiaia, pur ricordandosi "che cui ca nol môr zovin al divente veciu". II gruppo riconosce a Cimolino un’ironia particolare che trasmetteva attraverso gli articoli che scriveva sul nostro giornale e in alcuni casi dava a tutti noi consigli utili con la scusa di aver attraversato il secolo, consigli che noi, suoi amici alpini accoglievamo positivamente. Il 28 marzo 2007 Pierleonida è salito al paradiso di Cantore.

 


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