Note sulla vita artistica.
Nato a Cordovado, fa le prime
esperienze pittoriche nel 1962, dopo due anni partecipa alla
prima collettiva a San Vito al Tagliamento. Innamorato della sua
terra, la riporta sulla tela con spontaneità e immediatezza,
cogliendo i momenti più belli che l’animo percepisce, in un
linguaggio impressionista, tanto da evidenziare velate armonie.
Le tematiche sviluppate hanno sempre un riferimento ben preciso
al territorio, come: “Le stagioni sul Tagliamento”, “All’ombra
del campanile”, “Neve tra Sesto e Cordovado”, “Inverno del
Sanvitese”. Ultimo impegno in ordine di tempo, il presente tema:
“In Tiliavento gratia et pulchritudo”, una raccolta di chiesette
votive lungo le rive del fiume. Numerose le esposizioni nel
percorso artistico: personali, collettive e concorsi sin dagli
anni Sessanta, in vari siti, quali: Cordovado, San Vito al
Tagliamento, Pordenone, Gorizia, Casarsa, Tramonti, Grado,
Cividale, San Giovanni, Montereale, Azzano X, Sesto al Reghena,
Morsano, Fiume Veneto, Monfalcone, Buja, Gruaro, Treviso,
Latisana, Salsomaggiore, Villanova, Stra, Fontanafredda, Fregona,
Concordia, Teglio Veneto, San Daniele, ecc.; ottenendo ambiti
riconoscimenti, uno in particolare: Medaglia d’Oro Comune di
Udine, ad un Concorso Internazionale a Gorizia.
«I paesaggi dell’anima di Martin.
L’impressionismo di Saverio Martin ha il suo luogo d’ispirazione
primaria nel paesaggio naturalistico, considerato archetipo
della ricerca artistica e fondamento di un profondo viaggio
spirituale. Per Martin, infatti, i luoghi naturali hanno la
capacità di indirizzare la mente verso la dimensione del
“sublime” che è rappresentato dal fiducioso godimento della
propria piccolezza, posta al cospetto del misterioso grande
disegno. Il naturalismo militante porta da sempre il cavalletto
di questo artista nell’officina del “plen-air”, dove è possibile
catturare la bellezza nell’eterna metamorfosi delle stagioni,
con la luce che contamina l’arcobaleno di una tavolozza
fortemente impregnata dai colori della terra. Il risultato che
ne deriva è la rappresentazione del territorio friulano dove
viene superata la pura descrizione per far apprezzare invece
altre due dimensioni della realtà: il profumo ed il silenzio del
paesaggio dell’anima. E’ questo il luogo – diceva Ippolito
Nievo- dove “ l’uomo non pensa, ma sente: cioè riceve i pensieri
belli e fatti dall’universo che lo assorbe.»
Dario Bigattin.
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