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SAVERIO MARTIN

Cordovado, via Villa, 8

Tel. 0434-68225

Mail: saveriomartin@infinito.it

Note sulla vita artistica.

Nato a Cordovado, fa le prime esperienze pittoriche nel 1962, dopo due anni partecipa alla prima collettiva a San Vito al Tagliamento. Innamorato della sua terra, la riporta sulla tela con spontaneità e immediatezza, cogliendo i momenti più belli che l’animo percepisce, in un linguaggio impressionista, tanto da evidenziare velate armonie. Le tematiche sviluppate hanno sempre un riferimento ben preciso al territorio, come: “Le stagioni sul Tagliamento”, “All’ombra del campanile”, “Neve tra Sesto e Cordovado”, “Inverno del Sanvitese”. Ultimo impegno in ordine di tempo, il presente tema: “In Tiliavento gratia et pulchritudo”, una raccolta di chiesette votive lungo le rive del fiume. Numerose le esposizioni nel percorso artistico: personali, collettive e concorsi sin dagli anni Sessanta, in vari siti, quali: Cordovado, San Vito al Tagliamento, Pordenone, Gorizia, Casarsa, Tramonti, Grado, Cividale, San Giovanni, Montereale, Azzano X, Sesto al Reghena, Morsano, Fiume Veneto, Monfalcone, Buja, Gruaro, Treviso, Latisana, Salsomaggiore, Villanova, Stra, Fontanafredda, Fregona, Concordia, Teglio Veneto, San Daniele, ecc.; ottenendo ambiti riconoscimenti, uno in particolare: Medaglia d’Oro Comune di Udine, ad un Concorso Internazionale a Gorizia.

«I paesaggi dell’anima di Martin.

L’impressionismo di Saverio Martin ha il suo luogo d’ispirazione primaria nel paesaggio naturalistico, considerato archetipo della ricerca artistica e fondamento di un profondo viaggio spirituale. Per Martin, infatti, i luoghi naturali hanno la capacità di indirizzare la mente verso la dimensione del “sublime” che è rappresentato dal fiducioso godimento della propria piccolezza, posta al cospetto del misterioso grande disegno. Il naturalismo militante porta da sempre il cavalletto di questo artista nell’officina del “plen-air”, dove è possibile catturare la bellezza nell’eterna metamorfosi delle stagioni, con la luce che contamina l’arcobaleno di una tavolozza fortemente impregnata dai colori della terra. Il risultato che ne deriva è la rappresentazione del territorio friulano dove viene superata la pura descrizione per far apprezzare invece altre due dimensioni della realtà: il profumo ed il silenzio del paesaggio dell’anima. E’ questo il luogo – diceva Ippolito Nievo- dove “ l’uomo non pensa, ma sente: cioè riceve i pensieri belli e fatti dall’universo che lo assorbe.» Dario Bigattin.

33 a

Alpini

Ogenato

33 c

Gelo

Casa con neve

33 b

Chiesa - interno

Il fossâl