Codroipese, bancario in
pensione, residente dal 1967 – per motivi di lavoro - a
Pordenone.
Ho cominciato, fin da piccolo, a
disegnare e dipingere per passione. Non ho fatto studi
specifici, a parte disegno, per lo più geometrico, alle scuole
medie e, nel 2001, un breve corso di acquarello, dal quale però
ho imparato poco o niente. I miei lavori – che spaziano dal
ritratto al paesaggio, con predilezione per la caricatura – li
faccio un po’ … “a capocchia” e senza uno stile preciso.
Per questo mi ritengo un “non
artista”.
Non ho preferenze: uso le
tecniche più svariate che vanno dalla matita al carboncino e
all’inchiostro di china (pennino o pennello), dal pastello
all’acquarello, dalla tempera all’olio. Uso però tali tecniche a
modo mio, senza seguire nessuna metodologia, con risultati
talvolta buoni, talvolta meno buoni.
Lavoro soltanto per passatempo
ed ho il vizio di avere eccessiva fretta nel portare a termine
il lavoro, senza badare troppo al risultato finale. Siccome ho
la tendenza a prendere le cose non molto sul serio, non
m’importa minimamente che i miei lavori piacciano, o meno, a chi
li guarda, mi basta soddisfino me solo; per questo motivo non ho
mai voluto venderne, casomai li regalo.
Nel 1948, a tredici anni,
partecipai alla mia prima mostra di lavori, fatti da ragazzi,
con una decina di disegni colorati ad acquarello, alcuni dei
quali tratti da vignette di giornaletti, altri di soggetto
religioso.
Nello stesso anno realizzai il
primo quadretto ad olio, regalato agli zii di Detroit (USA),
mentre il secondo (Cristo che porta la croce), dipinto nel 1950
e ora a Windsor (Canada), da mio fratello.
Da bambino dicevo che, da
grande, volevo fare il pittore ma, poiché i miei pensavano che
“i pittori muoiono di fame”, mi indirizzarono a tutt’altra
materia scolastica, ragioneria, studio per il quale, tra
l’altro, non mi sentivo nemmeno molto (quasi per niente!)
portato.
Durante il servizio militare,
alpino a Santo Stefano di Cadore, disegnai i “Baffi” (enormi
cartelloni con i nomi dei congedanti, caricature, “donnine”,
ecc. che accompagnavano i vari scaglioni in procinto di
terminare la naja) del 1° e 2° 1935 e, una volta a casa, quelli
del 1° e 2° 1936.
Nei lunghi anni lavorativi
(quasi quaranta) avevo praticamente abbandonato questo hobby,
limitandomi, oltre a realizzare qualche sporadico dipinto, a
disegnare vignette caricaturali – talvolta anche dissacranti,
che commentavano, e spesso mettevano in burletta, fatti
riguardanti l’attività bancaria – vignette che, se passavano la
… censura interna, venivano pubblicate nella rivista del Circolo
del Personale della banca.
Una sola volta, nel 1985,
partecipai a una mostra di beneficenza, a favore della “Via di
Natale”, organizzata dal Circolo stesso. Cinque o sei anni dopo
essere entrato in quiescenza, ho ripreso nuovamente questo
passatempo: infatti i miei lavori sono in gran parte degli anni
Duemila.
Sono stato primo seguace (come
San Pietro!) di Andrea Susanna nella fondazione della squadra
Artisti del Gruppo A.N.A. Pordenone Centro e, ancora oggi, oltre
a partecipare con qualche mio lavoro alle rassegne d’arte
organizzate da detta squadra, provvedo a creare le bozze delle
locandine e dei pieghevoli e a trasmettere al Centro Filatelico
i soggetti – tratti da lavori di un artista a “turno”- per le
cartoline.
Infine preparo gli attestati da
rilasciare ai partecipanti alle rassegne stesse.
Ultimamente la passione per
questi lavori mi è notevolmente scemata: mi manca …
l’ispirazione, per cui … batto un po’ la fiacca!
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